L’economia comportamentale studia gli effetti dei fattori psicologici, sociali, cognitivi ed emozionali sulle decisioni economiche di individui e organizzazioni.
Questa disciplina, e più in generale le scienze sociali, cognitive e comportamentali, ci aiutano a comprendere come percepiamo gli stimoli, come formiamo i giudizi e come operiamo le nostre scelte. E tutte le decisioni implicano un comportamento che si desidera tenere o modificare. Invertendo la prospettiva tutti i problemi relativi a un obiettivo che si desidera raggiungere riguardano il comportamento più adeguato perché ciò avvenga e quindi il modo corretto di percepire le informazioni che lo riguardano, come formulare correttamente giudizi su di esso e quali scelte è più opportuno fare.
Nella sua ricerca l’economia comportamentale utilizza il metodo sperimentale per sviluppare teorie su come gli esseri umani prendono decisioni e in questo percorso ha identificato tutta una serie di bias ossia errori sistematici nel modo in cui le persone percepiscono, riflettono e scelgono.
A questi si aggiungono le euristiche che sono invece le scorciatoie che utilizziamo quando il quesito a cui dobbiamo rispondere è complesso o impegnativo.
L’economia comportamentale cerca di cambiare il modo in cui economisti, manager e persone che vogliono prendere decisioni migliori interpretano il modo che noi tutti abbiamo di percepire il valore, esprimere preferenze, formare giudizi e fare scelte.
Le persone non sono sempre e solo interessate al proprio tornaconto, massimizzando i benefici e minimizzando i costi, né hanno preferenze cosi stabili come presuppone la teoria economica classica basata su una presunta perfetta razionalità. Al contrario il nostro pensiero soffre spesso di una conoscenza insufficiente, di un feedback lacunoso, di una limitata capacità di processo delle informazioni, ed è anche influenzato dal contesto in cui vengono prese le decisioni.
La maggior parte delle nostre scelte non sono il risultato di un’analisi attenta e deliberata. Siamo invece influenzati dalle informazioni che sono più facilmente disponibili nella memoria, da quelle più evidenti nell’ambiente e da sensazioni istintive. In aggiunta a questo viviamo nel presente, tendiamo a resistere al cambiamento, non siamo bravi a prevedere il comportamento futuro, siamo vittime di una memoria distorta e influenzati da stati psicologici ed emotivi. Da ultimo siamo animali sociali con preferenze sociali come quelle che esprimiamo nella fiducia, nella reciprocità e nella correttezza. Siamo quindi sensibili alle norme sociali e a un bisogno di coerenza.
Queste umane debolezze si fanno poi più evidenti quando l’ambiente in cui operiamo ci rende ancora più difficile interpretare le situazioni ossia in presenza di ambiguità e di incertezza.
Ma tutto ciò non deve scoraggiare perché la nostra complessità è un fragilità ma anche una ricchezza ed è l’elemento che rende più interessante e attraente la vita e quelle esperienze quotidiane che la semplificazione della razionalità non è in grado di spiegare completamente né di prevedere adeguatamene.
La conoscenza dell’economia comportamentale ci offre gli strumenti per interpretare meglio le informazioni che riceviamo e per migliorare il modo in cui le elaboriamo in modo da poter essere più efficaci nel guidare e indirizzare il nostro comportamento e quello degli altri.
Prendere decisioni migliori ci permette di essere più efficaci nel raggiungimento degli obiettivi che ci prefiggiamo e nell’ottenere i risultati che desideriamo per noi stessi, la nostra organizzazione o la nostra azienda.
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